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Antichi frantoi

Montemurro vanta una tradizione olivicola antichissima. Il suo territorio collinare, compreso tra i 600 e i 900 metri s.l.m., offre un habitat ideale per le piante di ulivo che qui crescono nella variante sammartenegna, ugliarola, ogliastro, pendolino, uccellara e carpinigno. Tra tutte queste specie risalta quella del carpinigno poiché è tipica di questi luoghi. E’ una pianta selvaggia che cresce ad un’altitudine di 800 metri e conferisce all’olio un gusto particolare e di alta qualità. In passato tanti erano i frantoi presenti fuori e dentro il paese. Oggi ne restano pochi a testimonianza di quella cospicua attività che aveva contribuito ad elevare la buona fama di Montemurro in ambito economico. Il frantoio Dimase situato alle spalle di piazza G. Albini, ha conservato una pressa in pietra e un tornio a legno risalente al 1600. Si trovava all’inizio di quella un tempo detta la “via dei mulini”, che si estendeva lungo contrada Fondoni in prossimità di un torrente di cui sfruttavano la forza dell’acqua. Gli altri due sono il frantoio Carrazza, lungo corso Regina Elena e Lacorazza in via Sinisgalli. Per questa attività i montemurresi chiedevano la protezione alla Madonna degli Ulivi che festeggiavano già dal 1400 ogni 21 novembre, il giorno prima dell’inizio della raccolta. La statua lignea giunta fino ai giorni nostri raffigura Maria con in braccio il Bambino e in mano un ramoscello di ulivo.
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