MARIA PADULA

Maria Padula nasce a Montemurro il 12 gennaio 1915. La ricca biblioteca di famiglia le consente presto di nutrirsi degli influssi derivanti dai testi classici, giuridici e letterari dell’800 europeo. Ama la musica e di più la pittura. Nel ’33 si iscrive al Liceo Artistico di Napoli e nel ‘39 alla locale Accademia delle Belle Arti che lascia per frequentare quella di Firenze, più consona alla sua indole artistica. A Napoli conosce G. A. Leone che sposa al termine degli studi fiorentini. Maria dipinge ed inizia ad affermarsi nel panorama artistico nazionale. Il trasferimento per lavoro del marito la porta con i loro quattro figli prima a Vietri (SA), dove matura la passione per la scrittura, poi a Napoli, dove entra in contatto con gli ambienti culturali locali, quindi a Potenza dove insegna Disegno dal vero all’Istituto d’Arte. Non abbandona mai Montemurro, del quale ritrae paesaggi estivi nei suoi rientri da giugno a settembre. I fermenti degli anni ’60 la inducono a riflettere sulla società che vuole più equa soprattutto nei confronti delle donne. Il riscatto femminile diventa per lei una missione culturale prima ancora che politica. L’ulteriore trasferimento del marito la riportano a Napoli, dove insegna al 1° Istituto d’Arte. Intanto cresce il suo impegno politico nelle fila della sinistra, che non traduce in candidature elettorali ma in produzione artistica, del resto consolidatissima, da cui emerge l’impronta di una personalità profonda, semplice, essenziale, segnata da una radicata fede cattolica. Nel 1981, presso il Circolo della Stampa di Napoli, viene presentato un convegno dal titolo La Lucania nei racconti di Maria Padula. I suoi libri Il vento portava le voci, Il paese è paese d’inverno, Il traguardo, Storia di una ragazza lucana, L’uovo del cuculo, registrano successi di critica e di pubblico. Maria Padula scompare a Napoli il 10 dicembre 1987. Riposa a Montemurro. L’anno dopo riceve in Campidoglio il premio postumo internazionale Olympus, organizzato dal Corriere di Roma e riservato a coloro che sono “pervenuti ad una collocazione di rilievo nella società contemporanea, costituendo un punto di riferimento per le arti, le lettere, le scienze”.

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